venerdì 14 maggio 2010

Scherma di una notte senza luna


Fare scherma, come la maggior parte (e probabilmente più) degli altri sport, comporta una conoscenza approfondita del proprio corpo, soprattutto in relazione con l'ambiente circostante. La capacità di relazionarsi consciamente con quello che circonda lo schermidore è un punto cardine nella sua preparazione e pertanto non può essere affidato solo ed unicamento alla vista, quindi anche gli altri quattro sensi debbono collaborare per dare coscienza al proprio essere nello spazio.
Su questo presupposto si è lavorato nell'ultima lezione.
Togliendo la vista (con una semplice benda, niente accecamenti permanenti con ferri incandescenti) sono iniziati i primi esercizi di semplice passeggio avanti-indietro, esercizi di rotazione sul proprio asse fino ad arrivare ai giochi schermistici in solitaria come un katà di arti marziali e al gioco schermistico in coppia.
Già nei primi esercizi è lampante il disorientamento (sostantivo più che azzeccato) nel togliere la benda e trovarsi rivolti verso una direzione inaspettata. Così pian piano si è inziato a prestare più fede ai diversi stimoli soprattutto di tatto e udito, riducendo anche le sorprese.
Non vedere il proprio corpo obbliga anche a sentirlo, a capire se la posizione è bilanciata e quidi corretta.
Ottimi e divertenti* esercizi che verranno sicuramente ripresi

immagine originale


* Vedere un manipolo di accecati vagare nello spazio fa sempre simpatia

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