
(così imparate!)
V x T = M (Velocità x Tempo = Misura o distanza)Non posso concepire che ne venga sottratta una ritenendola meno importante: come in un'equazione la scelta di tutti e tre i fattori porta al risultato cercato, compiere un'azione ad una velocità mal calibrata, è deleterio tanto quanto un momento o una distanza sbagliati.
Combattente 1 > Combattente 2
Dovremmo prendere in considerazione innanzitutto le abilità tecniche degli schermidori che indicheremo con A
A questo aggiungiamo anche la capacità strategica di gestire l'incontro che indichiamo con S
Possiamo aggiungere inoltre la prontezza della scelta di tempo con Te e l'abilità tattica, ovvero il riuscire a "programmare" l'avversario, indicandola con Ta
Arriveremo quindi a definere:
Combattente = A x S x Ta x Te
Volendo complicare un po' le cose si potrebbe inserire un fattore di forma fisica indicandolo con F. Esso condiziona fortemente l’abilità tecnica quindi lo inseriremo come fattore dell’abilità tecnica. Lo parametrizzeremo all’unità indicando con 1 la perfetta forma fisica fino allo 0 ovvero l’incapacità di muoversi
Così otterremo
Combattente = (A x F) x S x Ta x Te
Lo stesso potremmo dire dei fattori “mentali” per cui potremmo inserire un parametro per la capacità di concentrarsi indicandola con C la inseriremo come esponente parametrizzandola come per la forma fisica da 1 ovvero la miglior capacità a 0 ovvero incapacità. Quindi:
(A x F) x (S x Ta x Te)C
A questo punto potremo fare una considerazione: la capacità strategica si compone da una parte nella programmazione delle proprie azioni e di quelle del proprio avversario, quindi potremmo scrivere per semplificare
Ta x Te = S
e semplificando la formula precedente:
Combattente = (A x F) x (S x S)C = (A x F)x S2C
Pertanto possiamo concludere scrivendo la formula
Combattente 1 > Combattente 2
Come
(A1 x F1) x S12c > (A2 x F2) x S22c
Notiamo come l’abilità strategica avendo come esponente 2 condizioni fortemente la formula, sicuramente più della abilità tecnica. Eppure si osserva come la capacità di concentrarsi sia indispensabile per ottenere un ottimo risultato: laddove una forma fisica non perfetta sia poco influente sull’abilità tecnica riducendone di poco il valore, l’incapacità di concentrarsi incide profondamente sul parametro della capacità strategica.
Concludendo possiamo asserire come la capacità di impostare una strategia nel duello sia fondamentale e debba necessariamente essere accompagnato dalla freddezza nel condurre il confronto mantenendo il più possibile la concentrazione sul duello.
Tutto ciò ovviamente è frutto della mia mente (aggiungerei malata) e non ha alcun basamento tecnico-scientifico.
Per quanto giunti da strade improbabili la conclusione è innegabile. Da una parte è il frutto della mia poca esperienza, dall'altra è soprattutto frutto della grande esperienza di tecnici competenti che sull’argomento hanno scritto e dibattuto.
Avendo a disposizione una scopa per le pulizie si può prendere spunto dal buon Hutton per esercitarsi nei movimenti di scherma storica.
Nel suo “Cold Steel” prende in considerazione l'utilizzo di un robusto bastone in rattan della dimensione di 5 piedi (circa 1,5 mt: esattamente un manico di scopa) e gli dedica un intero capitolo tra guardi, esercizi, colpi e parate. Gran parte dello scritto è dedicato ai mulinelli sui quali riporto uno stralcio. Da qui parte l'idea di esercitarsi in con il grande bastone, che altro non è che una scopa.
[…] I mulinelli devono essere eseguiti in Prima Posizione, ovvero, eretti, con le gambe dritte e i talloni uniti, guardando in avanti. Devono essere portati lentamente all'inizio, fino a che il movimento non è stato correttamente assimilato, quindi può essere accelerato e il movimento continuato otto – dieci volte. Il movimento rotatorio del bastone è molto assistito dal moto di spinta di una mano e da quello di trazione dell'altra.
I mulinelli sono:
No. 1 diagonale discendente da destra a sinistra
No. 2 diagonale discendente da sinistra verso destra
No. 3 diagonale ascendente da destra verso sinistra
No. 4 diagonale discendente da sinistra verso destra
No. 5 orizzontale da destra a sinistra
No. 6 orizzontale da sinistra a destra
Alfred Hutton
Articolo 3 – Il saluto è la prima forma di rispetto da tributare a chi condivide il proprio tempo e le proprie conoscenze[1].
Il saluto della Scuola della Chimera con la spada è il seguente:
- dalla prima posizione sfoderare l’arma e portarla in linea
- avvicinare l’elsa al volto una prima volta
- portare nuovamente l’arma in linea
- avvicinare l’elsa al volto una seconda volta
- rinfoderare l’arma con un ampio movimento e nel contempo piegare il busto in avanti in un cortese inchino
Il saluto della Scuola della Chimera senz’armi è il seguente:
- appoggiare il pugno in seconda posizione al cuore
- eseguire un lieve inchino
[1] Si esegue il saluto tra maestro ed allievi all’inzio ed alla fine di ogni sessione di allenamento. Il saluto va rigorosamente eseguito all’inizio di un assalto ed alla fine, aggiungendo quivi un ringraziamento e una stretta di mano. Il saluto va rigorosamente eseguito ogni volta che si esegue un esercizio o si segue una lezione individuale (per non essere troppo lunghi e pedanti ci si limita ai primi tre movimenti, scendendo poi in guardia.)
Articolo 1 – Nella sala di scherma ed in qualunque altro luogo si riunisca
Articolo 2 – Il comportamento tra i Compagni d’Arme, per quanto basato sul gioco goliardico, deve essere cortese e rispettoso.[3] Il medesimo rispetto va tributato alle attrezzature e ai luoghi ove si svolgono le attività della Scuola della Chimera[4]
[1] Il Maestro di Sala è l’autorità assoluta. Egli ha potere di vita e di morte sui propri allievi, ogni suo ordine, desiderio o anche minimo accenno deve essere immediatamente eseguito, pena giusta e insindacabile punizione del renitente decisa dal Maestro di Sala.
[2] Vedi nota 1 sostituendo “Vicario” a “Maestro di Sala”
[3] Il comportamento tra i Compagni d’Arme deve essere cortese e rispettoso, ciò comporta evitare ogni tipo di ingiurie fisiche e verbali, comporta la puntualità e la completezza dell’equipaggiamento richiesto
[4] In palestra è proibito sbattere o strisciare la punta della spada, fatelo pure nelle vostre abitazioni. Per il resto vedi anche l’Articolo 6
Guy Chabot di Saint-Gelais, futuro secondo barone di Jarnac, si era sposato nel marzo 1540 con Louise de Pisseleu, sorella della duchessa d’Etampes, Anne de Pisseleu d'Heilly, amante di Francesco I. Il futuro delfino, Enrico II, aveva fatto girare alcune indiscrezioni, su istigazione certamente della sua amante Diana di Poitiers, che Chabot doveva alla suocera, Magdelaine di Puyguyon, seconda cognata del padre, il barone Charles Chabot, favori di qualche sorta. La duchessa d’Etampes, chiese reale giustizia per questi chiacchiere ingiuriose. Il colpevole, il Delfino, temeva la rabbia di suo padre, e fu quindi il La Châtaigneraie, amico del delfino e temibile attaccabrighe, che si sacrificò accusandosi d’essere l'autore di queste voci, e che del resto non aveva fatto che ripetere ciò che Guy Chabot gli aveva detto. Chabot non poté, a sua volta, che chiedere al re il permesso di vendicare il suo onore, ma Francesco I lo rifiutò tutta la sua vita, ben cosciente che si trattava soltanto di litigi di donne gelose.
Nel 1547, con l’incoronazione di Enrico II, Chabot rinnovò la sua domanda, che fu allora accolta favorevolmente. La reputazione della Châtaigneraie come spadaccino però era tale che nel frattempo Chabot prese lezioni da uno spadaccino italiano che gli insegnò un colpo di roverso fino ad allora sconosciuto. Questo maestro di scherma aveva anche previsto di sfruttare una debolezza di La Châtaigneraie, una vecchia ferita ricevuta al ginocchio, scegliendo un'arma pesante, la spada a due mani, per stancarlo e rallentarlo nei suoi spostamenti. Il duello ebbe luogo il 10 luglio 1547. (Jarnac non è dunque l'inventore del colpo che porta il suo nome e personalmente non creso che fosse così sconosciuto, probabilmente era poco usato).
L'inizio del confronto fu a favore di La Châtaigneraie, grande favorito, fino al momento in cui Chabot poté mettere in atto questo colpo di roverso, che colpì il ginocchio del suo avversario. Il colpo era regolare e, nella sorpresa generale, Chabot fu dichiarato vincitore.
Si dice che il La Châtaigneraie, pensando di vincere facilmente il duello, aveva previsto di dare un magnifico banchetto il giorno stesso del duello. In ogni caso, fu così tanto umiliato da questa sconfitta che venuta la sera strappò le fasciature della sua ferita e morì nella notte.
Da sempre il buon schermitore s'ingegna a studiare l'avversario, a trovarne i punti deboli e le carenze e su questi basare la strategia. Portare l'avversario dove si vuole, questo è l'essenza della scherma (e di tanti altre competizioni).
Il "Colpo di Jarnac" è diventata una locuzione per indicare un colpo ingegnoso o un trucchetto, anche se, come si è visto, dietro c'è stata tutta un'intelligente preparazione strategica.
Vale
Scalda
L'ideale del cavaliere che sguaina la spada per difendere il debole di turno o il fascino di un duello al tramonto con spada e cappa, con tanto di arbitro e padrini, fanno facimente sognare e battere il cuore. Con questo spirito in molti si sono accostati allo studio delle passate tecniche schermistiche.
Eppure ci tocca essere realisti e saper vedere oltre l'illusione "fare Scherma Storica", perchè non ho ancora incontrato nessuno che "fa veramente scherma storica" (e spero di non doverlo incontrare mai). Fare scherma storica oggi significa accettare l'enorme compromesso di non poter ferire, mutilare o uccidere l'avversario.
Detto ciò è facile capire come la necessità di un compromesso renda vana l'idea di ricreare perfettamente la scherma storica, ma non potendo raggiungere la vera ricostruzione ci possiamo accontentare di realizzarla con la miglior approssimazione avendo nel cuore l'umile coscienza di non poter raggiungere la perfezione. Requisito fondamentale per chi vuole recuperare le tecniche di combattimento del passato non può che essere una mente aperta e curiosa.
Come ricostruire le azioni dei trattati, unici depositari ad oggi della (poca) verità schermistica? Ognuno ha sperimentato e cercato il proprio metodo e la possibilità di incontrarsi e scambiare le idee e le scoperte che ne scaturiscono non fanno che migliorare l'approssimazione.
Perciò AVANTI!
Davanti a noi ci sono i giganti e poco ci importa se gli altri vedono solo mulini a vento, perché noi non ci fermiamo, sappiamo che quel che vediamo altro non è che l’illusione del mago Frestone!
Vale .
Scalda