Nel prologo del Flos Duellatorum il Fiore si presenta come friulano, porta le sue referenze di studente di scherma presso rinomati maestri (Giovanni detto Suveno discepolo di Nicolò di Toblem) e incoraggia ad avvicinare la nobilità alla scherma allontanando dal contempo i goffi e rozzi contadini.
Assicura che tutte le tecniche mostrate sono efficaci e da lui stesso viste e provate.
Infine dedica la sua opera a Niccolò III d'Este
Chiude affermando di aver dedicato più di sei mesi a quest'opera che è frutto di 50 anni di studio e pratica della scherma.
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